Social Eating, un evento conviviale molto alla moda

Certo in lingua inglese può avere un impatto diverso, ma il mangiare sociale. Pur tuttavia non deve essere confuso con le tanto importanti mense della Caritas e di altre organizzazioni che si occupano di sfamare chi non arriva a fine mese.

Non per nulla il social eating è più che altro un evento mondano, un qualcosa che potrebbe essere interessante se viene ad essere gestito in maniera corretta. Lo spirito sociale, infatti, che dovrebbe essere poi alla base del social eating, sembrerebbe essere, nel nostro Paese, un qualcosa di secondario, un complemento.

Da un progetto di originale invenzione, diverso e per certi versi innovativo, è divenuto argomento di dibattito e di differenziazioni, al punto tale che è più che sufficiente navigare su internet per osservare le varie impostazioni con le quale si presentano quelli che sono stati definiti i network del gusto nei quali si possono trovare i social eating.

Ma da un progetto fondamentalmente buono, il social eating cosa è divenuto? Forse che questi network gestiscono in maniera affaristica questi eventi sociali? Perché alcuni prevedono un costo per una iscrizione annuale? I social eating possono diventare una sorta di entrata extra?

Per potersi dare una risposta a tutti questi interrogativi e, pertanto, accertarsi di ciò basterà leggere i vari regolamenti di questi network incensati e definiti come community per gourmand. Molto probabilmente, tutto quello che vi è dietro l’organizzare un pasto per persone che non si conoscono a prezzi che sono più che popolari, e che deve essere un qualcosa di saltuario e occasionale, un mezzo per conoscere nuove persone e mettersi in gioco come cuoco, deve, alla fine, essere gestito da qualcuno.

La cosa fondamentale, comunque, è che alla fine non si vada a svilire il sano proposito dei social eating, tramutandoli in networking oppure in classiche colazioni di lavoro.…